Cristina Sinigaglia: «Il Nico nel Cuore? Un momento di orgoglio e di calorosa consolazione»
La 14^ edizione del “Nico nel Cuore” è ormai alle…porte, ed abbiamo incontrato Maria Cristina Sinigaglia, moglie di Nicola Invento alla cui memoria è dedicato il torneo.
Mamma di Stefano e Chiara, svolge il suo lavoro di maestra alla scuola primaria e, fin dalla prima edizione del torneo, partecipa all’organizzazione dell’evento sostenendo calorosamente le finalità benefiche, con lo scopo di raccogliere fondi da destinare ad opere di beneficienza.
Qual è per lei l’aspetto più importante del torneo, che migliorandolo ogni anno, lo ha reso un evento di grande spessore sia a livello sportivo che solidale?
«Il torneo inizialmente è nato sull’onda dell’emozione, al solo fine di ricordare Nicola nel modo migliore. L’idea è stata di un caro amico di Nicola, Lorenzo Peroni, che ha saputo coinvolgere altri amici, me compresa, in questa avventura. Quando siamo partiti con la prima edizione non c’era un progetto a lungo termine, ma poi la partecipazione della gente, il coinvolgimento del pubblico, delle squadre partecipanti e degli sponsor è stato talmente profondo ed emozionante che ci ha dato la spinta per continuare negli anni. Quindi posso dire a distanza di tempo che l’aspetto più importante della manifestazione, il segreto del successo di questo torneo, è proprio la calorosa partecipazione di tutti, che ha fatto sì che diventasse una grande festa di sport, amicizia e solidarietà».
Cos’è che più la gratifica del torneo dopo 14 anni?
«L’aspetto più gratificante per me è indubbiamente la solidarietà concreta che, in termini economici, si traduce in circa 150.000 euro raccolti fino ad oggi e dati in beneficenza a chi veramente ne aveva bisogno. La stretta collaborazione con l’associazione Mato Grosso, che opera principalmente in America Latina, ha fatto sì che i soldi donati si trasformassero in beni concreti: scuole, ambulatori medici, strutture ricreative, necessari alla popolazione più povera del Perù».
Ci permetta una domanda personale. Come vive lei questo torneo, che ogni anno fa emergere un ricordo così doloroso? Non è emotivamente faticoso affrontare questo evento?
«Sì. Non le nascondo che, anche se sono passati molti anni, per me e per i miei figli la mancanza e il vuoto lasciati dalla scomparsa di Nicola sono rimasti immutati. Proviamo tutt’oggi un grande sentimento di nostalgia, per l’amore di un padre e di un compagno di vita che il destino ha strappato improvvisamente al nostro affetto. Non è certo il torneo che risveglia questi dolorosi ricordi, bensì la vita di tutti i giorni. Anzi, è il contrario. Il torneo è un momento in cui io, Stefano e Chiara sentiamo ancora forte l’abbraccio degli amici e di tutta la gente che hanno voluto bene a Nicola e a noi, e continuano a starci vicino. Quindi il torneo “Nico nel Cuore” per me è un momento di orgoglio e di calorosa consolazione».